Uffici pubblici, controlli con le impronte digitali contro i furbetti del cartellino

Il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno (foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Impronte digitale contro i furbetti del cartellino. È una delle misure del decreto concretezza approvato dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo è“semplificare la pubblica amministrazione in un’epoca di trasformazione digitale”, ha annunciato il ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.

La prima novità consiste nella costituzione di un nucleo di vigilanza formato da più di 50 dipendenti – 30 da assumere con concorso – per affiancare l’ispettorato della Funzione pubblica per supervisionare l’attuazione delle norme in materia diorganizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni. Inoltre, il nucleo avrà anche il compito di proporre modifiche.

In secondo luogo è previsto un piano straordinario di assunzioni già dal 2019, con un vincolo delle risorse messe a bilancio. Per rafforzare la pubblica pmministrazione sono già state annunciate 450mila assunzioni. In particolare, i nuovi contratti saranno a tempo indeterminato e in misura pari al 100% del personale uscente.

Un altro punto centrale del decreto prevede una stretta e nuove misure contro i cosiddetti “furbetti del cartellino”. Infatti, “per contrastare l’assenteismo dei dipendenti pubblici” si prevede l’introduzione di sistemi di identificazione biometrica(mappa dell’iride, impronte digitali e riconoscimento vocale). Ogni dipendente sarà quindi identificato attraverso le proprie impronte digitali sia in entrata che in uscita, nel tentativo di sradicare il problema di chi timbrava diversi cartellini per volta coprendo colleghi assenteisti.

Sarà inserita anche la videosorveglianza. Questa è la misura più contestata del pacchetto.

Ci sono poi misure che riguardano l’incremento dei controlli sulla corretta applicazione delle norme previste dalla legge, oltre a quelle dirette a implementare l’efficienza, con indicazione dei tempi per la realizzazione. Nel caso si riscontrassero gravi mancanze o inadempienze è prevista anche una sorta di “black list” in cui finiranno le amministrazioni non virtuose e i loro dirigenti.

Infine, un altro punto riguarda anche la ricerca di una soluzione alternativa ai buoni pasto, dopo che la Consip, la centrale acquisti delle pubbliche amministrazioni, ha revocato la convenzione con il maggiore fornitore delle amministrazioni pubbliche, da Palazzo Chigi al Ministero dell’Economia, dalla Giustizia all’Anac, fino a molte amministrazioni locali di Lazio, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria.

Fonte: WIRED.it